Mantenimento dei figli dopo il divorzio: calcolo, obblighi e sanzioni

Il mantenimento dei figli dopo la separazione o il divorzio è uno dei temi più delicati e discussi in ambito familiare. Comprendere come si calcola l’assegno di mantenimento, fino a che età è dovuto e quali sono le conseguenze in caso di mancato pagamento è fondamentale per tutelare i diritti di genitori e figli.

In questo articolo analizziamo in modo chiaro e completo obblighi, criteri di calcolo, regole per i figli maggiorenni e sanzioni previste dalla legge.

mantenimento dei figli

Cos’è l’assegno di mantenimento dei figli

L’assegno di mantenimento è la somma che un genitore, di norma quello non convivente, deve versare per contribuire alle spese di crescita, educazione e istruzione dei figli.
Il suo scopo è garantire ai minori (e ai figli maggiorenni non economicamente indipendenti) lo stesso tenore di vita che avevano quando la famiglia era unita.

Non esistono tabelle fisse valide per tutti: il calcolo dell’assegno di mantenimento dipende da una serie di fattori valutati dal giudice, tra cui:

  • Reddito di entrambi i genitori

  • Numero dei figli

  • Tempo di permanenza presso ciascun genitore

  • Spese abitative e abitudini di vita precedenti alla separazione

  • Eventuali mutui o altri oneri familiari

Esempi pratici

  • Mantenimento figli stipendio 3000 euro: il contributo può aggirarsi intorno ai 400-600 euro per figlio, ma varia a seconda delle spese specifiche e dell’affidamento.

  • Mantenimento figli con stipendio 1200 euro: il giudice valuta la sostenibilità economica e può fissare un importo più contenuto, anche 200-250 euro mensili, o prevedere una forma di mantenimento diretto.

 

  • Genitore disoccupato: l’obbligo non viene automaticamente escluso. Il giudice può stabilire un importo simbolico o invitare il genitore a cercare lavoro, poiché l’obbligo di mantenimento resta anche in caso di difficoltà economiche.

 

Tabelle e strumenti di calcolo

Molti Tribunali italiani pubblicano tabelle di mantenimento utili per stimare la quota proporzionale a reddito e numero dei figli.
Tuttavia, si tratta di strumenti orientativi, non vincolanti. Per ottenere un calcolo preciso e aggiornato alla situazione familiare, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato specializzato in diritto di famiglia.

Mantenimento dei figli maggiorenni

Uno dei temi più discussi riguarda il mantenimento dei figli maggiorenni.
Secondo la giurisprudenza, l’obbligo non cessa automaticamente al compimento dei 18 anni, ma solo quando il figlio raggiunge una reale indipendenza economica.

Quando termina l’obbligo

L’obbligo di mantenimento termina quando il figlio:

  • Ha un lavoro stabile e adeguatamente retribuito

     

  • Rifiuta senza motivo offerte di lavoro o percorsi di studio

     

  • Mantiene un comportamento negligente o passivo nella ricerca di occupazione

     

Figli maggiorenni che studiano

Se il figlio prosegue gli studi universitari con impegno e risultati coerenti, il mantenimento può continuare fino al conseguimento della laurea o di un titolo di formazione professionale.

A chi va versato l’assegno

Quando il figlio è maggiorenne ma non ancora autonomo, il mantenimento può essere:

  • Versato direttamente al figlio, se vive fuori casa o lo richiede esplicitamente
  • Oppure al genitore convivente, se continua a far parte del nucleo familiare

Cosa comprende l’assegno di mantenimento

Il mantenimento ordinario copre le spese quotidiane, come:

  • Vitto, abbigliamento e trasporti

  • Spese scolastiche di base

  • Attività sportive o ricreative ordinarie

Le spese straordinarie, invece, sono a parte e vengono ripartite tra i genitori in percentuali stabilite dal giudice (ad esempio 50/50).
Rientrano tra queste:

  • Spese mediche non coperte dal Servizio Sanitario

  • Acquisto di occhiali, apparecchi ortodontici, farmaci costosi

  • Spese universitarie o scolastiche straordinarie
  • Acquisto di un computer o di un cellulare, se necessario allo studio

 

mantenimento figlio maggiorenne

Mancato pagamento del mantenimento: conseguenze e sanzioni

Il mancato versamento dell’assegno di mantenimento è una violazione grave che può comportare conseguenze civili e penali.

In ambito civile

Il genitore beneficiario può:

  • Agire per il recupero delle somme non versate, mediante pignoramento dello stipendio, del conto corrente o dei beni del debitore

  • Richiedere il pagamento diretto del mantenimento da parte del datore di lavoro del debitore

In ambito penale

L’art. 570 bis del Codice Penale prevede la reclusione fino a un anno o la multa fino a 1.032 euro per chi si sottrae agli obblighi di assistenza familiare, compreso il mantenimento dei figli minorenni o maggiorenni non autosufficienti.

Domande frequenti sul mantenimento dei figli

 Quando il figlio vive autonomamente o lo richiede per motivi di indipendenza gestionale.

Generalmente entro 30 giorni dalla presentazione dei giustificativi, salvo diverso accordo tra le parti.

Sì. Il mantenimento dei figli che non vogliono vedere il padre resta un obbligo giuridico indipendente dai rapporti affettivi o dalla volontà dei figli.

Il calcolo del mantenimento per genitori non sposati segue gli stessi criteri applicati ai coniugi separati o divorziati: si valutano redditi, tempo di permanenza e necessità del minore.

Il Tribunale stabilisce la somma in base al principio di proporzionalità tra le capacità economiche dei genitori e i bisogni del figlio.

Sì, l’acquisto di un’auto per il figlio di genitori separati è considerato una spesa straordinaria, ma solo se giustificata da esigenze concrete (ad esempio spostamenti per studio o lavoro).

In questi casi, la decisione dovrebbe essere concordata tra entrambi i genitori e suddivisa secondo le percentuali stabilite dal giudice.

Conclusione

Il tema del mantenimento dei figli è complesso e richiede una valutazione personalizzata di redditi, esigenze e responsabilità genitoriali.
Per evitare errori, conflitti o sanzioni, è sempre consigliabile rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia, in grado di assistere nella definizione o revisione dell’assegno di mantenimento, anche in caso di variazioni di reddito o nuove esigenze dei figli.

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Avvocato Sabina Lessi

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